Il 25 novembre è la Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, una
ricorrenza che riporta all’attenzione di tutti un fenomeno che l’emergenza
sanitaria ha ulteriormente esasperato.
I numeri parlano chiaro
Il report sugli
"Omicidi volontari" fornito dalla Direzione centrale della polizia
criminale del Ministero degli Interni, ci dice che tra 1° gennaio e 14 novembre 2021 sono stati registrati 252 omicidi, con 103 vittime
donne di cui 87 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, 60 hanno
trovato la morte per mano del partner/ex partner.
Rispetto allo stesso periodo del 2020, le vittime di genere femminile segnano un nuovo aumento passando da 100, di cui 83 in ambito familiare, a 103 (+3%).
Per quanto riguarda le
chiamate al 1522, il numero di pubblica
utilità contro la violenza e lo stalking, nel 2020 (dati ISTAT)
queste sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019, sia per telefono, sia via
chat (+71%).
Il boom si è avuto a
partire da fine marzo, con picchi ad aprile (+176,9% rispetto allo stesso mese
del 2019) e a maggio (+182,2 rispetto a maggio 2019).
La violenza segnalata è
soprattutto fisica (47,9% dei casi), anche se quasi tutte le donne hanno subito
più di una forma di violenza e tra queste, in primis, quella psicologica
(50,5%).
Rispetto agli anni
precedenti, sono aumentate le richieste di aiuto delle giovanissime fino a 24
anni di età (11,8% nel 2020 contro il 9,8% nel 2019) e delle donne con più di
55 anni (23,2% nel 2020; 18,9% nel 2019).
Riguardo agli autori,
aumentano le violenze da parte dei familiari (18,5% nel 2020 contro il 12,6%
nel 2019) mentre sono stabili le violenze dai partner attuali (57,1% nel 2020).
A Bergamo
La Rete Interistituzionale
Antiviolenza degli Ambiti territoriali di Bergamo e Dalmine, è il punto di
riferimento territoriale di Regione Lombardia delle politiche di prevenzione e
contrasto alla violenza di genere e domestica. Un presidio che rappresenta
l’esito di una sensibilità politica/istituzionale che si è generata in questi
anni in un territorio dove, già da tempo, era attivo il Centro Antiviolenza
Aiutodonna (nato nel 1999, cui si è aggiunto lo Spazio Donna di Dalmine nel
2019) nodo essenziale e necessario di ogni Rete insieme a tutti gli operatori e
operatrici dell’emergenza.
Da gennaio al 31 ottobre 2021
nei due Ambiti, Bergamo e Dalmine, il
Centro Antiviolenza Aiutodonna e lo Spazio Donna di Dalmine hanno ricevuto 310
contatti di donne.
A livello provinciale, nelle 5
Reti Antiviolenza territoriali, il numero di contatti totale è di 829 donne,
in continuità con le rilevazioni degli anni
precedenti.
Per contrastare in modo sempre più
capillare il fenomeno e dare seguito all’ordine del giorno, presentato dalla
Consigliera Viviana Milesi e approvato all’unanimità dal Consiglio comunale
l’11 maggio scorso, riguardante la diffusione ampia in città del numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking quale primo indispensabile strumento di aiuto, il Comune,
in occasione di questa Giornata, si è fatto promotore della realizzazione di una targa e
di una vetrofania in più lingue con il numero 1522 destinate, la prima,
alle panchine rosse presenti nei diversi quartieri (sabato 27 alle 10.30
inaugurazione della panchina rossa ala Villaggio sposi in via Promessi sposi)
e, la seconda, alle sedi comunali, ai CTE, ai CSC, alle Biblioteche agli
altri luoghi di aggregazione e non solo legati all’Amministrazione, come il Drop
In alla stazione delle autolinee, un presidio socio sanitario dedicato alla
prima accoglienza di coloro che vivono in condizioni di marginalità.
La vetrofania, grazie ad un accordo
con Confesercenti e Ascom Confocommercio, sarà anche esposta sulle vetrine
delle librerie loro aderenti.
“Il Comune di Bergamo è capofila
della Rete che coinvolge 24 soggetti impegnati a costruire strategie e azioni
condivise di accoglienza e sostegno alle donne in tutto il percorso di
emancipazione dalla violenza. Come sappiamo, l’emergenza sanitaria, e
soprattutto il lockdown, hanno posto la questione della condizione femminile
alla nostra attenzione in tutte le sue sfaccettature: problemi economici,
gestione familiare e conciliazione con la dimensione lavorativa, sovraccarico
di lavoro come caregiver, e soprattutto la violenza, un tema delicato, poco
conosciuto, spesso sottovalutato che si manifesta in forme diverse, dalle più
subdole a quelle più eclatanti. Come Amministrazione abbiamo messo in campo una
serie di azioni di sostegno e aiuto concreto, economico e alimentare, alle
donne in difficoltà, interventi ad integrazione di quelli offerti dalla rete di
soggetti che operano in modo specifico nell’ambito del contrasto alla violenza.
L’azione di diffusione del
numero antiviolenza 1522 che abbiamo promosso quest’anno, speriamo possa
rappresentare un efficace strumento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica
sul tema, oltre che un’occasione per sollecitare le donne in difficoltà a
chiedere aiuto e a non sentirsi mai sole nella decisione di denunciare. La
scelta di porre la vetrofania al Drop In credo possa rappresentare un segno
ulteriore di accoglienza per chi dalla marginalità può aspirare al riscatto
dalla vita di strada e dalla violenza.
Ringrazio infine Confesercenti e
Ascom Confocommercio per la sensibilità mostrata nell’adesione al progetto.” Dichiara l’Assessora alle Politiche sociali
Marcella Messina
“Il fenomeno della violenza
sulle donne pone una questione sociale ma soprattutto educativa di grande
rilievo. C’è un problema di consapevolezza rispetto alla tendenza a minimizzare
sia la costruzione dell’identità maschile su elementi come il controllo e la
forza, sia di legittimare l’idea del femminile come subalterno o antagonista a
quello maschile. C’è un problema di consapevolezza rispetto al problema di
definire implicitamente o esplicitamente la violenza contro le donne come un
“problema femminile”, quando evidentemente così non è. C’è un problema di
consapevolezza rispetto all’idea che gli episodi di violenza siano isolati, circoscritti,
relativi ad una singola situazione personale o familiare quando invece sono
tutti attraversati da elementi comuni, spesso stereotipi, pregiudizi,
strumentalizzazioni, anche del corpo femminile, configurabili come vere e
proprie discriminazioni capaci di condizionare qualsiasi processo emancipativo.
Molte cose su cui lavorare
attraverso una costante attività di formazione già negli adolescenti,
promuovendo modelli positivi di relazione, educando ai sentimenti e al rispetto
reciproco nella diversità.
Per questa ragione, sono
contenta di sostenere anche quest’anno alcuni progetti scolastici che rientrano
a pieno titolo nel Calendario Civile, un progetto dedicato a celebrare quelle
ricorrenze che segnano i passaggi cruciali della storia democratica del nostro
paese. In particolare, il Liceo Scientifico Statale Lorenzo Mascheroni e
l’IIS Mario Rigoni Stern hanno realizzato una panchina rossa all’interno
dei rispettivi istituti, mente alcune classi dell’Istituto Tecnico Commerciale
e Turistico “Vittorio Emanuele” propongono un’iniziativa più articolata.
Nelle giornate che precedono il
25 novembre, è stata allestita una mostra composta da pannelli, materiale
audiovisivo focalizzato sulla condizione attuale delle donne afghane, e da
un’esposizione di scarpe rosse portate a scuola da alunne e alunni. Mentre,
nella giornata del 25 novembre, nell’Aula Magna è stata organizzato un incontro
con la psicologa Annalisa Bigi e l'avvocata Cecilia Consonni, che collaborano
con l'associazione Aiuto Donna, a cui potranno assistere anche altre scuole
collegate in streaming.
Sempre nella giornata del 25
novembre, dalle 8 alle 13, la mostra allestita internamente sarà esposta in
Piazzale Alpini accompagnata dalla lettura di brani del libro Ferite a morte di
Serena Dandini.
Ricordo infine che domani
saranno poste a mezz’asta le bandiere esposte a Palazzo Frizzoni in segno
di lutto per le donne vittime di
violenza.” Racconta l’Assessora alle Pari Opportunità e Educazione alla
Cittadinanza Marzia Marchesi
“Il Manifesto della Nostra Rete
ribadisce che la Rete c’è sempre, non solo il 25 novembre. In questi mesi
abbiamo garantito protezione e accoglienza tempestiva a tutte le donne che
hanno chiesto aiuto in situazioni di alto rischio; sono state collocate, ad
oggi, in protezione, nelle case rifugio convenzionate alla Rete, 15 donne e 14
minori residenti nei nostri due Ambiti. Proseguiremo il rinforzo delle
connessioni tra i nodi essenziali della rete, soprattutto tra i partner
impegnati nella fase dell’emergenza e della valutazione del rischio.
L’impegno della Rete proseguirà
con la promozione costante di iniziative informative, formative e culturali nei
due Ambiti, per tutti gli operatori e operatrici partner e per la cittadinanza
generale, con la campagna di diffusione del numero nazionale 1522
antiviolenza e antistalking in tutti i Comuni partner, potenziando le
connessioni con le Reti di Quartiere di Bergamo e con il sistema educativo
scolastico, in un’ottica di prevenzione primaria e secondaria che scardini le
radici culturali e quindi le ragioni profonde del fenomeno della violenza di
genere.” Aggiunge Silvia Dradi,
Coordinatrice Rete interistituzionale Antiviolenza Ambito Bergamo e Dalmine
“Forse non dovremmo essere qui a
celebrare mentre ancora sono presenti le lacrime per le vittime di questi
giorni. Di fronte a tanto orrore, sgomento e senso di disfatta, perché non sia
una ricorrenza per cui commuoversi e indignarsi, per poi ricominciare il giorno
dopo a contare le vittime, forse dovremmo domandarci tutti: dove abbiamo
sbagliato? Recitato da tutti come un mantra fino a quando non troveremo le
risposte.” Osserva la Presidente dell’Associazione Aiuto donna Oliana
Maccarini
“Il
1522, il numero di pubblica utilità attivo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno,
accessibile gratuitamente sia da rete fissa che da rete mobile, rappresenta un
punto di riferimento immediato per le donne che si trovano nelle condizioni
difficoltà che possono accedere, proprio attraverso questa ‘porta d’accesso’ a
strutture di accoglienza al supporto di professionisti pronti a dare sostegno
psicologico, legale, medico e di protezione nelle emergenze. Per tutte queste
ragioni, il numero ha bisogno di essere divulgato e veicolato per renderlo
sempre più familiare e condiviso attraverso la sua presenza nei luoghi più vari
e in tutte le lingue. Da queste considerazioni è nato l’ordine del giorno che
ho presentato in Consiglio comunale e che ha raccolto il voto unanime di tutta
l’Assemblea. Sono soddisfatta oggi di vedere la nostra città accogliere
quest'iniziativa che spero raggiunga gli obiettivi per cui è nata.” Sottolinea la Consigliera comunale Viviana Milesi
“La presenza della Provincia
oggi vuole essere una testimonianza di sostegno ma anche di promozione
dell’iniziativa legata al 1522 a livello territoriale. E’ necessaria una presa
di coscienza da parte di tutti rispetto al problema, e una consapevolezza forte
delle istituzioni circa la necessità di un lavoro sempre più integrato tra i
diversi soggetti che operano per il contrasto alla violenza sulle donne.
Concludo dicendo che, come Provincia, abbiamo elaborato anche un vademecum per
la promozione delle pari opportunità e per la lotta alle discriminazioni.” Aggiunge
Romina Russo Consigliera provinciale con delega alle Pari Opportunità
“In occasione di questa
Giornata, il Consiglio delle Donne ha attivato una preziosa collaborazione con
il Liceo Artistico della Scuola d’Arte Fantoni che ha sviluppato un
interessante lavoro di riflessioni sul tema della violenza sulle donne con le
studentesse e gli studenti di due classi, la 4A ad indirizzo Audio Video
Multimediale e la 4B ad indirizzo Arti Figurative. Le riflessioni, tradotte in
immagini e accompagnate da commenti e descrizioni, sono diventate una mostra
dal titolo “Stop violence against women” presso il FantoniHub in via Camozzi 4
aperta fino al 19 dicembre (nei fine settimana dalle 15 alle 19) con
inaugurazione il 25 novembre, alle ore 17,30. Il Consiglio delle Donne crede
che attraverso la sensibilizzazione, la formazione e l’educazione dei più
giovani, si possa prevenire fenomeno della violenza sulle donne e le ragazze e
arrivare in futuro alla sua eradicazione.” Afferma
Eleonora Zaccarelli, Presidente del Consiglio delle Donne
“Riteniamo particolarmente significativo il coinvolgimento
dei negozi di vicinato e soprattutto delle nostre librerie su un tema tanto
importante. Diffondere cultura e informazione, operazioni che con tanto impegno
e costanza svolgono le nostre librerie spesso proprio guidate da una figura
femminile, significa mantenere sempre viva l’attenzione su temi come quello
della violenza sulle donne che oggi ricordiamo ma che non può restare confinato
alla data odierna.” Commenta il
Presidente di Confesercenti Bergamo Antonio Terzi
"Le donne rappresentano da sempre la spina dorsale del
terziario bergamasco. La loro tutela è un fatto di civiltà e di educazione. Non
è un caso quindi che siano state scelte le librerie che sono luoghi di cultura,
perché è sulla cultura che dobbiamo puntare per combattere la violenza
contro le donne." Conclude il
Direttore di Ascom Confesercenti Oscar Fusini
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